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Scheda del prodotto


Costruttore: Osborne
Categoria: computer trasportabile
Luogo d'origine: Hayward, California, USA
Anno produzione: 1981
Catalogato nel: 2024
Dati tecnici: CPU Zilog Z80A a 4 MHz, 64 kB di RAM, display monocromatico da 5 pollici di 52×24 caratteri, 2 floppy disk a singola faccia e singola densità da 5,25 pollici, porta seriale e parallela


Descrizione

La storia della Osborne Computer Corporation è una delle più affascinanti e al tempo stesso drammatiche vicende della prima era dei personal computer. Fondata nel 1981 da Adam Osborne, un brillante autore ed editore di manuali informatici, la società nasce con l’idea innovativa di creare un computer “trasportabile”, accessibile e adatto a un uso personale ovunque ci si trovi. Osborne partiva da una visione filosofica profonda: se un computer è davvero personale, non può restare fisso su una scrivania, ma deve poter accompagnare l’utente ovunque, diventando una sorta di protesi della mente umana. Questa concezione, che anticipava molti sviluppi futuri dell’informatica mobile, si tradusse nel lancio dell’Osborne 1, il primo computer trasportabile di successo.
L'Osborne 1 era tutt’altro che elegante: pesante oltre 10 Kg., ingombrante, alimentato da rete e dotato di uno schermo minuscolo da 5 pollici. Ma costava poco, funzionava bene e veniva venduto con una ricca dotazione software, cosa rara all’epoca: il sistema operativo CP/M, l'editor di testi WordStar, il foglio di calcolo SuperCalc ed il linguaggio di programmazione BASIC. Non aveva grafica bitmap, per cui non supportava giochi se non testuali; ma l’involucro aveva le dimensioni perfette per stare sotto il sedile di un aereo, cosa importante per un manager in viaggio.
Il pubblico rispose con entusiasmo. Alla fine del 1982, l’azienda contava 120.000 unità vendute e un fatturato di circa 80 milioni di dollari. Il nome Osborne finì sulle copertine di riviste economiche e il suo fondatore fu acclamato come un nuovo Steve Jobs. Tuttavia, Adam Osborne, pur essendo una figura carismatica e visionaria, non fu il vero artefice tecnico del successo dell’Osborne 1. Dietro al progetto c'era infatti Lee Felsenstein, ingegnere e progettista di grande talento, figura già nota nel mondo dell’informatica per la sua partecipazione all’Homebrew Computer Club e per aver contribuito a rendere i computer più accessibili e utili per le persone comuni. Felsenstein fu il vero responsabile tecnico dello sviluppo dell’Osborne 1, applicando con rigore e concretezza la visione di un computer semplice, robusto e prodotto in serie. A fianco a lui lavorava Tom Davidson, che gestiva gli aspetti dirigenziali. Osborne, insomma, agiva più come promotore e ispiratore che come progettista o manager operativo.
Il successo, però, fu di breve durata. Nel 1983, mentre il mercato evolveva rapidamente verso i PC compatibili IBM, Osborne rispose con un nuovo modello, l’Executive, che però era ancora basato sul vecchio processore Z80 e sul sistema operativo CP/M, ormai superato. A questo si aggiunsero ritardi nello sviluppo di unità floppy a doppia densità (quelli dell’Osborne 1, singola faccia e singola densità, contenevano appena 91 KB) e un marketing poco attento alle nuove esigenze del mercato. Le vendite crollarono, la concorrenza di aziende come Kaypro e soprattutto Compaq divenne insostenibile e l’annuncio anticipato di nuovi modelli bloccò le vendite del prodotto in commercio, causando quello che oggi è conosciuto come "Osborne Effect".
In 33 mesi, la compagnia passò dal boom al fallimento, nel settembre 1983. Tuttavia, la sua intuizione e il lavoro di Lee Felsenstein lasciarono un’impronta duratura: dimostrarono che un computer poteva essere portato ovunque e prepararono il terreno per il futuro dei portatili. Malgrado il crollo, il mercato che Osborne aveva contribuito a creare fu presto occupato da nuovi attori, tra cui colossi come IBM e aziende emergenti come Compaq, che seppero coniugare la portabilità con la compatibilità e le esigenze in rapida evoluzione del pubblico.

 
 

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